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La collezione Sportmax Spring Summer 2024 nasce da una riflessione sui cambiamenti della natura, ma anche sulla natura del cambiamento. Tracciando un’analogia tra i cicli stagionali e l’altrettanto ciclico scontro tra tradizione e progresso, mettendo in discussione il contrasto fra “Naturale” e “Culturale”, in un mondo che lotta per riconciliare i due regni e mantenerli in perfetto equilibrio.
Oggi, questo mondo è sempre più legato al rapido aggiornamento della tecnologia e di gadget sofisticati, viziati dalla dipendenza da piattaforme digitali e formattati per essere connessi a rapide e veloci gratificazioni. Viviamo così ipnotizzati dalla mondanità, perdendo il contatto con il lato più contemplativo del reale. Ma la rinuncia alla contemplazione sfuma pericolosamente verso un’apatica insensibilità: rendendoci voyeur più che partecipanti, tecnici più che poeti. Emuli e conformisti.
In questo mondo post-naturalistico, cerchiamo quindi di catturare e “salvare” ciò che resta della naturalezza intorno a noi preservandola artificialmente. Curandola con attenzione e sorvegliandola dietro vetri di laboratorio, allestimenti museali, vetrine di negozi o schermi di smartphone.
Chiediamoci allora: la natura, proprio come le antiche tradizioni e l’artigianato, diventerà un memento mori di meraviglie estinte, dove accurate repliche generate meccanicamente saranno l’unico modo con cui sperimentare la vita in futuro? Esiste un futuro senza il riconoscimento del passato? L’artificiale è il nuovo naturale? La scienza è la nuova poesia? Questi interrogativi, centrali per la narrativa della collezione, trovano risonanza nell’estetica giapponese e nelle sue incarnazioni storiche. Nella seconda metà del XIX secolo il Giappone influenzò il dinamismo dell’Art Nouveau, la moda della Belle Époque, le stilizzazioni degli anni ‘20, fino al più recente ritorno alla fine degli anni ’90: evocato nella poetica futuristica del periodo, consacrato da artisti emergenti nel mondo della musica, del cinema e della moda, come la geisha androide emulata da Björk per la cover dell’album “Homogenic”, o l’alter ego di Madonna in “Ray of Light”.
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